Avrebbe avuto 83 anni , non riesco però nemmeno ad immaginare come sarebbe stato il suo viso, il suo sorriso, la sua pelle, il suo sguardo, il suo corpo e la sua voce! No, non riesco proprio ad immaginarla a 83 anni, forse perché voglio solo ricordare come mi guardava, come mi sorrideva, come mi parlava, il suo corpo e il profumo della sua pelle ... di quando aveva appena solamente ... quasi … 65 ANNI! Tredici luglio millenovecentotrenta. A mia mamma che amava le rose e d'ogni varietà in vaso le coltivava! ... sarà forse per questo che ha deciso di "andare" proprio in quel mese...di maggio. Quando guardo una rosa penso a Lei e al suo sorriso. Quando guardo una rosa penso alla sua voce che giovane intonava un canto. Quando arriva maggio penso ogni giorno a lei e il ricordo è più forte. Quando arriva maggio il mio cuore tra dolore e amore batte più forte! A mia mamma che amava le rose... e del velluto dei loro p...
Traspare sofferenza da queste righe che dipingono l'arrivo silenzioso della morte. Una morte che non si sa, può essere dolce oppure lunga e tormentosa. Mi arriva questo respiro faticoso e dolorante dalle tue parole.
RispondiElimina...ed è così...un respiro faticoso e dolorante.
EliminaGrazie Ambra.
ciao Pino, poesia molto triste, ci sono vari momenti nella vita quindi talvolta si presentano anche questi di sconforto con pensieri negativi, nel silenzio valutiamo la nostra vita, sperando in una sorte magnanima, che ci faccia tornare la speranza, ciao grazie, buona giornata rosa, a presto.
RispondiEliminaGrazie a te Rosa per il tuo intervento.
EliminaBuona giornata.
brrrrrrrrrr mette i brividi pino .......se non conoscessi la scrittura manco penserei che è scritta da te.....per carità è scritta bene ....ma ma non riesco a leggerla più di una volta ......almeno ora ...se mai torno ....devo anche capire perchè mi lascia cosi .....buona giornata pino ....
RispondiEliminaNo no è proprio scritta da me...giuro!
EliminaGrazie per il tuo commento.
Ciao.
L'ho letta e riletta e nella sua dolce tristezza è bellissima!
RispondiEliminaE' l'ora...dell'accettazione!!!
Un abbraccio e buona giornata da Beatris
Grazie per il tuo gradimento.
EliminaSì è una soluzione.
Ciao.
Così triste che fa male! Alla tristezza deve alternarsi la gioia, vero Pino?
RispondiEliminaAbbraccio
Mi spiace Paola. Sì è auspicabile un giusto ed equo altalenare.
EliminaCiao e grazie.
eih...un piccolo sfogo ti può servire? Ci sono Pino! ciaoooo (non mi perdo in frase fatte)
RispondiEliminaGrazie Carla...è solo una poesia.
EliminaCiao e un abbraccio
Mi piace, lo dico subito, senza preamboli, mi piace più di tante altre! Sembra una lirica di Verlaine... forte, viva, pregnante.
RispondiEliminaIl contenuto sembra triste, ma solo in apparenza, perché su tutto prevale la problematicità
esistenziale e l'interrogativo: "Quale fine scriverà... la sorte?" Ma qui non c'è il pessimismo leopardiano e nemmeno il pathos foscoliano, ma un gioco sottile d'attesa, svolto con il lettore, più che con se stesso.
Complimenti vivissimi.
Certo Antonio che questa volta trovo che, oltre ad essere didatticamente critica la tua disamina, è anche oculata. Hai intravisto quel "gioco sottile con" rivolto più a CHI la legge
Eliminache a me stesso.
Ti ringrazio per i tuoi evidenti complimenti sinceri.
Ciao.
C’è sempre un’ora in cui le nostre riflessioni sono più profonde… dipende da quello che abbiamo nella testa e nel cuore.
RispondiEliminaLa notte è soprattutto l’ora giusta per queste nostre introspezioni, il silenzio ne è complice.
E quando si è preoccupati rimaniamo svegli a pensare, rimuginare e tutto sembra ancor più nero di com’è realmente. Magari si aspetta un verdetto, una decisione importante…
Ma tante di queste notti per me sono state molto utili per decisioni importanti e per risolvere questioni che sembravano difficili…
Una cosa che dico sempre è: “Mai fasciarsi la testa prima”
Un abbraccio Pino, forte forte :-)
Hai ragione Betty e a me la notte mi è sempre stata "amica".
EliminaE' il momento della giornata che prediligo, perché nel silenzio si possono fare strada le nostre introspezioni, e vagheggiamenti che altrimenti di giorno sembrerebbero folli.
Ciao e grazie.
Contraccambio l'abbraccio.
Quanto dolore, talvolta causàto e talàltra ricevuto...
RispondiElimina... quanto magone...
... ma quanta incontenibile gioia, nel momento in cui il sole torna a sorgere...
... perchè il sole torna a sorgere, Pino... SEMPRE.
Alcuni suoi bagliori li abbiamo già intorno...alcuni di essi si chiamano ""amici".
Teniamoci per mano... accelererèmo il trionfo dell'alba ^-^
* Ti abbraccio, con il cuore *
Si dice sia così Maddy...ad ogni tramonto segue un'alba, ma ad ogni alba segue un tramonto...dov'è che l'ho letta sta cosa?...comunque sia è così che si riproduce la ciclicità della vita! E certo gli amici "illuminano" e se sono amici veri ... illuminano parecchio.
EliminaCiao. Grazie.
Ah...mi è venuto in mente dove ho letto quella "massima" e per "diritto d'autore" torno a comunicarlo...sul blog di Carla...solo qualche giorno fa. Non so se è una frase sua comunque lì l'ho letta.
EliminaCiao.
E' una frase molto vera, Pino...
Elimina...a me piace però leggerla così:
"ad ogni alba segue un tramonto,
ma a ogni tramonto segue un'alba..." ^-* !!!
*** Ciao a te ***
Certo! Capisco la differenza e non è di poco conto!
EliminaForse era anche scritta così...non ricordo...
Ciao.
le tue parole trasudano tristezza e pessimismo,la notte ingigantisce i problemi,ma io spero che sia solo uno sfogo poetico momentaneo,
RispondiEliminamolto apprezzata la tua lirica
un caro saluto Pino
Grazie per l'apprezzamento Gabe.
EliminaUn saluto anche a te.
Ciao
Veramente molto triste, si sente che viene dal profondo.
RispondiEliminaCiao Francesca. Benvenuta!
EliminaTi ringrazio per il tuo commento e torna quando vuoi.
A presto.
Caro Pino,
RispondiEliminaCome ci diciamo spesso, ciò che scriviamo dovrebbe sempre rispecchiare onestamente i nostri sentimenti, quindi è totalmente da escludere che la tua poesia rappresenti semplicemente un esercizio letterario. Non resta quindi che l’ipotesi di una manifestazione sofferta, ma sincera, di un travaglio interiore.
Il tutto prende l’avvio da una situazione apparentemente...favorevole: il silenzio, la notte che, come dici, è il momento “amico” che prediligi (anch’io); poi, improvvisamente, ecco il sonno “tormentato” e, a seguire, una serie di negazioni, rifiuti netti, totali, sino al momento dell’ineluttabile epilogo, l’ora della morte, che qualcuno o qualcosa “scriverà”.
La “mesta uccisione” non mi è abbastanza chiara: è un’uccisione dolorosa, malinconica? Causata da chi o cosa?
Ma per me la domanda più importante è: quale profonda inquietudine può indurre a tali pensieri?
Esprimo il mio apprezzamento, sia pure con un velo d’ansia, e ammirazione per questo tuo mettere a nudo sentimenti così intimi. D’altronde è il destino del poeta.
Dai Pino, mai lasciare calare un...”sonno tormentato” troppo a lungo.
Ciao.
In effetti per me lo è Vittorino, quasi sempre! E rappresenta un mio stato intimo sofferente!
EliminaLa tua disamina è particolarmente realistica e, ringraziandoti per il gradimento ai miei versi, a distanza di qualche giorno il "sonno tormentato" ...è già "risveglio!
I tuoi interventi arricchiscono sempre quanto dagli autori dei post viene scritto e mi piace molto "il modo" in cui esprimi i tuoi pensieri.
Grazie Vittorino.
Ciao.