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MURTI E VITA MEA

Murti e vita mea


A murti ca mi guarda ...
yeu a guardu 'nda 'locchyi
e nun mi movu,
nun mi scanzu
a vìviri penzu
e 'nda faccia 'nci rridu.

A murti ca mi guarda ...
e non sapi comu piyyarmi
non trova appiyu giustu
mu mi porta via cu iya
e dincillu tu ca u me tempu
ancora nun è...Mamma mia.

A vita ca mi guarda ...
mi rridi e surridi
mi strizza l'occhyiu
e cu mmia si cumpiaci
e voyyu turnari a ddiri

...quantu mi piaci
...'sta vita mea!


Pino Palumbo
26 Marzo 2014

Capisco che per chi non conosce il calabrese sarà difficile comprenderla (anche perché lo so parlare poco e quanto a scriverlo, non l'ho mai fatto!). Non so perché mi è venuta così, in dialetto. Non lo parlo nemmeno mai... per l'appunto. Pensavo a mia mamma e mi son detto: "Forse in questo modo la potrà capire meglio!"
Se a te serve una traduzione però, chiedimela e te la scriverò.

Traduzione:

Morte* e vita mia
(*Profonda tristezza)

La morte che mi guarda ...
Io la guardo negl'occhi
E non mi muovo,
Non mi sposto
A vivere penso
E in faccia le rido.

La morte che mi guarda ...
E non sa come prendermi
Non trova l'appiglio giusto
Per portarmi via con lei
E diglielo Tu che il mio tempo
Ancora non è...Mamma mia.

La vita che mi guarda ...
Ride e mi sorride
Mi strizza l'occhio
E con me si compiace
E voglio ritornare a dire

... quanto mi piace
... questa vita mia!


Pino Palumbo
28 Marzo 2014


Commenti

  1. ..della serie..si va e si viene...(su questo argomento avrei tanto da dire avendo ormai bazzicato per tanti anni nel virtuale) ma a parte questa considerazione. mi fa piacere leggerti e tra l'altro in dialetto calabrese...che credo sia il mio secondo dialetto :-) ciaooo Pino

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  2. piaciutissima e compresa,anche perchè non molto dissimile dal siciliano che ora capisco bene
    ciao Pino,buon pomeriggio

    RispondiElimina
  3. Ciao Pino, quanto tempo è passata...purtroppo sono stata via tantissimo e finalmente sono tornata. Amo da morire questa canzone dei Pink Floyd...non smetterei mai di ascoltarla1
    Un abbraccio.
    Antonella

    RispondiElimina
  4. Nessuno ci può capire meglio di chi ci ha partoriti.
    Anche in quest'àmbito ci sono purtroppo le eccezioni, i "casi limite"...
    ... ma non è il nostro caso, grazie a Dio.
    Penso e parlo spesso anch'io a mia madre...
    ...dov'è adesso, il linguaggio universale è l'Amore...
    ... e proprio in nome di quell'Amore le chiedo di tener lontana da me
    la tentazione della morte dell'anima che talvolta mi lambisce.
    E sempre mi ascolta...
    ... rinnovando in me a riciclo continuo la gratitudine per la vita che mi donò
    partorendomi fisicamente,
    e che continua a donare alla mia anima intercedendo
    presso l'Altissimo x me.

    * Ciao, buon pomeriggio, grazie. *

    RispondiElimina
  5. ciao Pino, molto belli questi versi in calabrese, rendono meglio spesso i pensieri, si arricchiscono
    di sfumature emozionanti, complimenti, arrivera' dritta a destinazione, ciao grazie a presto rosa, buona serata.

    RispondiElimina
  6. Ciao Pino,
    ho letto e apprezzato “Il vento ha spazzato via” come pure questa “Murti e vita mea” e subito mi colpisce l’abisso (o forse è un contrappeso?) emozionale tra i due “momenti” dell’ispirazione.
    Preferisco la tua noncuranza di fronte a quella morte che ti guarda, e pensi a vivere e non ti scansi, e le ridi in faccia...” ...quantu mi piaci ...'sta vita mea!”, piuttosto che quel vento che ha spazzato via te.
    Quindi voglio pensare che il Pino concreto, determinato, pragmatico sia quello dell’inno alla vita mentre quello del vento rappresenti un’astrazione letteraria (almeno un po’).
    Beh, è ben vero che noi del segno dei pesci abbiamo grande capacità di mutevolezza oltreché essere emotivi, sensibili e...; ma, dai, conteniamoci.
    Bravo Pino, un grande saluto.

    RispondiElimina
  7. In effetti il calabrese non lo capisco, ma mi pare di comprendere che si tratti di un inno alla vita...e non c'è niente di meglio che apprezzare la vita, per scoraggiare la morte nel suo tentativo di portarci via con lei prematuramente...ma non lo so se funziona con tutti...

    RispondiElimina
  8. Grazie a tutti per le vostre considerazioni. Sono tutte molto gradite. Vorrei solo esprimere un particolare apprezzamento per il pensiero lasciato da Vittorino...ha davvero centrato il senso delle due poesie e lo ha fatto con particolare competenza e in modo squisitamente "leggero".
    Mi è piaciuto molto il tuo commento Vittorino...sembrerebbe mi conosci da parecchio tempo!
    Ciao.

    RispondiElimina
  9. Impegni mi hanno portato a lungo lontano dal blog, ma eccomi di ritorno, spero non provvisoriamente. Ma sono contenta di ritrovare qui da te sempre quella dolcezza poetica che arricchisce il cuore di chi la riceve. La tua poesia è un canto alla vita ed è magnifico leggerla in quel dialetto che più che parole esprime armonie.

    RispondiElimina
  10. Ti leggo benissimo in calabrese, Pino, c'è una musica ,un ritmo, diversi .E viva la vita,sempre, la morte può aspettare...e anche se ci guarda negli occhi,non fa paura se si ha la gioia di una vita piena.

    RispondiElimina

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Leggerlo sarà per me un piacere. Grazie.

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