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INADEGUATEZZA...UN VOSTRO PARERE...S'IL VOUS PLAÎT

Quando "penso" una poesia, spesso mi trovo in macchina o in situazioni dove la posso annotare in mente o semplicemente prendere solo degli appunti veloci così:

INADEGUATEZZA (di getto)

Di me a volte è
l'altra faccia scura della luna,
il rovescio della medaglia,
l'immagine triste allo specchio riflessa,
la nota stonata di un coro armonico,
il nero in un acquerello
una risata fragorosa
in una veglia funebre,
un pianto inarrestabile
ad uno spettacolo comico
un fascio di luce
in una stanza buia
una persiana chiusa
al bagliore del sole
un telefono spento
di fianco ad un'attesa
la radio spenta
allo scoppiare della pace
...o della guerra
una tv accesa
in assenza di segnale
un cuore aperto all'amore
nel mare d'odio o d'indifferenza
un posto vuoto
in prima fila all'opera
una margherita appena sbocciata
nel parcheggio di un centro commerciale
una nuvola nel cielo limpido d'estate
un raggio di sole in quello terso d'un temporale
una stella alle prime luci dell'alba
un'idea geniale nella mente d'uno stolto
una frase puerile nel discorso del colto
il canto del gallo al tramonto
o lo stridio della civetta a mezzogiorno
l'acuto d'una chitarra elettrica
nella dolcezza d'una orchestra sinfonica

o a volte semplicemente una piccola e fragile vita
... negli oceani dell'umanità.


... Poi la "rileggo" e cerco di dare una logicità grammaticale e di pensiero.
Inevitabilmente mi vengono delle correzioni e/o delle aggiunte di frasi e rime così:


INADEGUATEZZA (in ordine)


Di me a volte è ...

l'altra faccia scura della luna...
il rovescio della medaglia...
         l'immagine triste
         allo specchio riflessa...
         un pianto inarrestabile
         ad uno spettacolo comico...
         una risata fragorosa
         ad una veglia funebre...
         l'accordo stonato
         in un coro armonico...
la malinconia graffiante del sassofono...
l'acuto d'una chitarra elettrica,
tra la dolcezza d'un arpeggio delicato
di violini d'orchestra sinfonica...
un posto vuoto in prima fila all'opera...
il nero! in un delicato acquerello.
         Un telefono muto 
         di fianco ad un'attesa...
         la radio spenta
         allo scoppiar della pace...
                        o della guerra...
         in assenza di segnale
         una tv accesa...
         un'idea geniale
         nella mente d'uno stolto...
         una frase puerile
         nel discorso del colto...
il canto del gallo al tramonto...
lo stridio della civetta a mezzogiorno.
Una stella alle prime luci dell'alba...
un fascio di luce in una stanza buia...
una persiana chiusa ad un raggio di sole...
una nuvola nera nel limpido cielo d'estate...
un raggio di sole in quello terso d'un temporale...
in una feritoia del cemento
nel parcheggio di un centro commerciale,
una margherita al suo sbocciare.

O a volte semplicemente...

un cuore aperto all'amore
... nel mare d'insensibilità
o solo una piccola, fragile vita
... negli oceani dell'umanità.


Pino Palumbo

8 Ottobre 2013



Voi...quale "versione" avreste salvato...semmai una ne avreste salvata!
Grazie per la vostra attenzione e per la vostra collaborazione!

Immagine: Google



Commenti

  1. ciao Pino, belle queste tue considerazioni, complimenti, in tutti e tre i casi, esprimono appunto l'inadeguatezza, che ogni tanto ci assale facendoci riflettere sul peche', succede a tutti penso, essere troppo sensibili penso sia un difetto, perche' si soffre di piu' di fronte a tante situazioni vicine a noi o esterne, come se le vivessimo in prima persona ,
    se ci creiamo aspettative che non si verificano ci rimaniamo male e ci buttiamo giu', pensando se siamo noi che sbagliamo qualcosa o sono gli altri, l'insicurezza prevale in questa umanita' dove appunto siamo una piccola parte e ognuno ragiona con la propria testa, creando le proprie conclusioni, dovremmo imparare ad essere piu' sicuri di noi stessi e portare avanti le nostre idee, anche se non combaciano con quelle degli altri, non sempre e' facile, si rischia di rimanere isolati o creare attrti, ma forse saremo meno stressati, perche' saremo noi stessi, ciao grazie a presto rosa.)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E sei ancora una volta arrivata per prima!
      ...a parte gli scherzi Rosa...grazie per le tue considerazioni e vedo che condividi le riflessioni su quegli attimi in cui spesso ci si mette in discussione.

      Ciao e grazie.
      Buona giornata.

      Elimina
  2. la prima senza ombra di dubbio ......la spontaneità ...o lo scrivere di getto per me sono sempre segnali diretti del cuore ....farlo uscire senza nascondersi dietro parole che potrebbero anche portare il lettore fuori strada....ti faccio un esempio prendo spunto proprio dalla tua poesia .....

    nella prima

    una margherita appena sbocciata
    nel parcheggio di un centro commerciale

    nella seconda

    un raggio di sole in quello terso d'un temporale...
    in una feritoia del cemento
    nel parcheggio di un centro commerciale,
    una margherita al suo sbocciare.

    sinceramente per trovare le parole della prima si fa fatica a ritrovarle e il senso pure cambia ....nella seconda ...perdonami ma io ci vedo un bel caos ......almeno in quella parte che ti ho riportato ......
    certo la prima messa cosi potrebbe anche sembrare un lungo elenco di sensazioni metaforate con l'ambiente estermo e potrebbe perdere il significato e potrebbe far perdere la voglia al lettore di leggere andando subito al finale ......cosa he un pochino ho fatto anche io .....se posso darti un suggerimento ....io avrei preso la prima solo magari dividendola in due .....come due periodi .....in modo da dare al lettore quella pausa per assaporare la prima prima parte ...e prendere fiato ....ma solo un breve spazio .....

    questo è il mio misero parere ......e è bello poter riprendere questo per me .....mi mancava e non sai quanto ......un'abbraccio se posso......buona giornata pino.....


    RispondiElimina
  3. dimenticavo una cosa .....il finale ....il finale non so sinceramente quale avrei messo ......è una lotta molto ardua quella per me .......poeticamente parlando forse il secondo ......si penso di si .....il finale anche se sceglierei lo stesso la prima ...avrei optato per il finale della seconda .....e mi sa che questo non sarà l'ultimo commento ......

    RispondiElimina
  4. Barbara la pensa esattamente come me . La prima l'avrei divisa in due....troppo di tanto...sento che c'è tanta bella spontaneità di riflessione ma poi diventa pedante il tutto. A metà ci si ferma e si va alla fine.
    Ci sono "dentro" delle bellissime riflessioni e delle belle immagini, ma poi si perdono nel "frastuono" del troppo dire.
    Nella seconda, pur avendo cercato di mettere un poco di ordine secondo me non ha centrato l'obiettivo...il troppo ordine o l'ordine forzato (mi sembra che si sia voluto cercare per forza un qualcosa di diverso) invece ha perso il senso del tutto, qualcosa "punge" nello scorrere delle righe.
    Non so se sono riuscita a spiegarmi, comunque secondo me avrei diviso le varie metafore in due poesie, più leggere, più ariose...e con un finale magari uno più intimistico
    (un cuore aperto all'amore
    ... nel mare d'insensibilità)
    e l'altro
    o solo una piccola, fragile vita
    ... negli oceani dell'umanità.

    Ovviamente è un mio parere personale, ma sai che io amo poesie semplici, concise, poca forma prosaica e che arrivano dritte dritte...al cuore.
    Ciaoo Pino e buona giornata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rispondo ad entrambe...
      condivido i vostri "consigli"...ma ero davvero combattuto ed è per questo che ho scritto il post così...come "sondaggio". Sono versi come vedete scritti...sia la prima che la seconda, più di un mese e mezzo fa...e ieri sera ripresi...ma continuavo a leggere prima una e poi l'altra...senza "apprezzare a pieno" né una né l'altra...

      E' vero che ci si trovano delle belle idee dentro...ma non sono riuscito a trovare quell'armonia che mi avvolge e mi piace...anticipo che probabilmente alla fine di tutto la cestinerò e terrò alcune frasi...quelle belle idee...per far da spunto ad altri versi...

      Grazie.

      Elimina
    2. a no non ci sto .....se le cestini io le prendo ...ma non cestinarla .....a parte quello che ti ho detto sopra ...per me è meravigliosa .......se posso le ricopio ...ma guai a te se le cestini........mi hai vista ancora nera in viso????? no...se lo fai sarà la prima volta .......sorrido......

      Elimina
    3. Concordo PIno. estrappola il meglio (e tu sai qual'è). Ci sono delle belle espressionim ma limale di superflui aggettivi...ma poi che ti sto' a dì.... ahahah...che sai già tu come e cosa fare.
      Non è da cestinare ma da tagliare....

      Elimina
  5. dimenticato anch'io una cosa, sceglierei la prima mi sembra piu' spontanea, appunto , ciao buona mattinata.)

    RispondiElimina
  6. Caro Pino, non sempre le correzioni vanno bene, in questo caso sono d'accordo con la cara Rosa,
    l'originale è più schietta e senza riflessioni mi sembra quasi più bella.
    Buona giornata caro amico.
    Tomaso

    RispondiElimina
  7. Fra le due stesure, sceglierei la prima, più immediata, spontanea, pregnante, dotata cioé di un certo impatto, grazie alla sua forza lirica, quella stessa forza che si manifesta quando i versi partono direttamente dal cuore e si fermano sul foglio, senza passare attraverso i filtri della mente.
    Credo, gentile amico, che questa sia una dele tue più belle poesie in assoluto, pur se talvolta presenta forma e ritmo prosastici.
    In definitiva, è una "presentazione" riuscita, da inserire senzal'altro in un prossimo libro di versi.

    RispondiElimina
  8. Senza alcun dubbio la prima perché, più che un racconto, una poesia è sentimento, nasce dall'anima. La sua riealborazione le fa perdere di spontaneità. Tuttavia, se posso esprimere quello che ho "sentito" nel leggere la tua poesia, quel suo ripetere quasi ossessivo lo stesso sentimento di inadeguatezza così a lungo, troppo a lungo, mi fa pensare a qualcosa che, nato da un impulso del cuore, è poi stato costruito in una fase successiva per mantenerlo a lungo in vita. Ma questo puoi saperlo solo tu.

    RispondiElimina
  9. Ciao Pino,
    mi rendo conto d'essere una voce fuori dal coro rispetto a quanto hanno scritto gli amici che mi hanno preceduta, ma... a me piace da impazzire la seconda stesura...
    ...la prima sarà anche più "di stomaco", nel senso "di getto" e quindi se vogliamo "più sentita", ma con l'aggiunta di quelle pause, di quei "3 puntini" ciclici, beh... si apre un mondo... che permette di spaziare e permeare con mente anima e cuore ogni emozione che ogni frase trasuda...

    Ciao, buon weekend !

    RispondiElimina
  10. Ciao Pino, per me le parole uscite di getto sono le migliori e le più sincere, perchè sempre dettate dal cuore, quindi senza filtri o elaborazioni… anche se “disordinate” hanno il sapore di verità, e son quelle che preferisco, non dico però che la seconda versione non sia degna di lode, ma a mio parere forse l’hai "arricchita" troppo, e quindi risulta meno scorrevole...


    Spesse volte proviamo il senso d’inadeguatezza a ciò che ci circonda.
    Penso siano gli occhi del nostro cuore a “vedere” e a decidere di conseguenza…
    Quello che voglio dire... è che se anche tutto intorno a noi è magnifico, a volte siamo noi stessi a vedere il contrario, il nostro modo di pensare e di vedere le cose ci contagia molto, dipende molto dal nostro stato d’animo…

    Comunque sono dei versi meravigliosi… spero non li getterai…
    Un abbraccio Pino, e felice weekend

    RispondiElimina
  11. Preferisco la prima, più immediata e scorrevole.

    Buona domenica con un abbraccio, Pino.

    RispondiElimina
  12. L'immediatezza è quasi sempre vincente.
    Grazie per la visita e per il sostegno in questo mio periodo imperdonabilmente assente

    RispondiElimina
  13. Grazie a tutti per essere passati a darmi il vostro parere...Ho preferito racchiudere le risposte che avrei dovuto scrivere ad ognuno di voi in una unica, perché come leggerete di seguito, mi sarei dovuto ripetere con ognuno!

    Sono d'accordo con tutti voi che la spontaneità, l'immediatezza l'assenza di filtri in poesia è solitamente una formula vincente come dite quasi tutti! Sì quasi, perché una voce fuori dal coro c'è...Maddy e devo essere d'accordo anche con lei. Io credo infatti che una certa riflessione e attenzione su ciò che si scrive sia necessaria affinché si eviti di scrivere "banalità" o a volte versi "incomprensibili" perché nel momento in cui si pensano e soprattutto a "chi" li pensa sono sempre molto chiari, ma per chi li legge (e a volte anche per l'autore stesso a distanza di un po di tempo) spesso non lo sono affatto!
    Come vedete sono d'accordo con entrambe le linee e questo vuol dire che non avete purtroppo dissipato le mie perplessità! Anzi giustifica ancor di più il motivo del perché vi ho proposto questo post, chiedendo un vostro parere...e chiedendovi di aiutarmi a capire quale delle due versioni è più piacevole.
    Credo in definitiva che la mia considerazione valida sia quella scritta su a Barbara e Carla, perché dopo qualche giorno, riprendendo ...

    "...a leggere prima una e poi l'altra...senza "apprezzare a pieno" né una né l'altra...
    E' vero che ci si trovano delle belle idee dentro...ma non sono riuscito a trovare quell'armonia che mi avvolge e mi piace...anticipo che probabilmente alla fine di tutto la cestinerò e terrò alcune frasi...quelle belle idee...per far da spunto ad altri versi..."

    Ciao a tutti e grazie ancora!

    RispondiElimina
  14. ...ho dimenticato di aggiungere che se dopo aver letto la mia risposta pensiate sia il caso di proseguire il "dibattito"...sono disponibile!...sapete quanto mi piace il confronto!

    Ciao.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pur avendo letto le tue risposte, continuo ad essere dell'opinione che la prima versione sia quella valida. E, riprendendo il tuo discorso, non credo che l'armonia la si raggiunga rimaneggiando i testi. Mi pare piuttosto che non sempre si riesca a farla uscire da sé per comunicarla agli altri, accade solo quando il momento è magico, altrimenti resta dentro di noi. Ma questo non è male, la bellezza è qualcosa di impalpabile che porta gioia a chi la sente.

      Elimina
    2. Concordo con te Ambra, credo che l'armonia, la rotondità di un testo la si trovi e la si riesca a dare, quando entra in gioco quella magia, quell'alchimia tra il nostro intimo, le nostre emozioni...e la "traduzione" che riusciamo a dar loro...."traduzione"...ecco che ritorna ancora una volta questa definizione...come ho scritto nel mio libro..."ecco cosa io mi sento...un traduttore dei miei sentimenti, delle mie emozioni e non solo..." Forse qui non sono riuscito a tradurre quello che sentivo!

      Ciao Ambra e grazie ancora.

      Elimina

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